Da oggi, il tratto di strada che costeggia il parco del Vezzola nei pressi di piazza Maestri del lavoro e va verso il multipiano che ospita alcune attività commerciali, si chiamerà via “Nino D’Alessandro detto Dale”.
Nino Dale, nome d’arte di Francesco D’Alessandro, per chi ha superato i 60, rappresenta il padre di tutti i “musici” teramani. Sassofonista con la passione giovanile del clarinetto ha avuto esperienze con figure importanti della musica e dello spettacolo. Con la canzone “Pino solitario” vince il concorso nazionale per voci nuove, accompagnato dall’orchestra dell’Eiar diretta dal maestro Francesco Ferrari e nel 1947 si cimenta anche come attore mettendo in scena la commedia di Peppino De Filippo “A Coperchia è caduta una stella”.
Le opportunità di lavoro che gli arrivavano da teatri e prestigiosi locali come il Casinò di Venezia e la Bussola di Viareggio, gli permettono di collaborare con importanti artisti come Mina, Pippo Baudo, Ornella Vanoni, Domenico Modugno, Milva, Peppino di Capri, Orietta Berti, Nada e tantissimi altri.
Tante sono le tournèe anche fuori dai confini nazionali, che lo celebrano come “Crooner” caldo e confidenziale e come valente polistrumentista di fiati.
In Tunisia viene accolto come una star dal presidente Habib Bourguiba e dall’Imperatore dell’Abissina Ailè Selassiè, ed in uno sei suoi concerti conosce lo scrittore Alberto Moravia.

Tra i tanti meriti dell’artista teramano l’aver individuato il talento di Ivan Graziani che gli dedicherà nel 1982 la canzone “Nino Dale and his Modernist’s”, il gruppo col quale lo stesso Graziani ha spiccato il volo nel mondo della musica che conta.










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