I famigliari di Pamela Di Lorenzo non ci stanno. In queste ore un esposto è stato presentato alla Procura della Repubblica perchè faccia chiarezza su quello che è effettivamente accaduto in tema di soccorsi. I punti che la magistratura è chiamata a chiarire sono essenzialmente due: i tempi dell’intervento della prima ambulanza, tra l’altro senza medico a bordo e l’assenza del defibrillatore nel luogo prestabilito, a circa 200 metri dal fatto. Il primo soccorso alla donna alla quale il fulmine aveva provocato un arresto cardiaco, è stato portato da un turista con un defibrillatore trovato però a circa mezzo chilometro dal punto dell’incidente. Solo all’arrivo della prima ambulanza, i testimoni dicono dopo circa 25 minuti, c’è stato un primo intervento dei sanitari, affidato però ad un infermiere. Un medico si è reso disponibile più tardi con una seconda ambulanza. Infine, l’elitrasporto in ospedale.

La Procura dovrà chiarire se vi sono state manchevolezze nei soccorsi e se la donna avrebbe potuto essere salvata con un intervento più tempestivo. Intanto, come avevamo già preannunciato ieri, alcuni organi di Pamela sono stati donati, grazie al consenso dei famigliari che hanno pensato di interpretare il pensiero e il carattere della congiunta, una persona generosa la perdita della quale ha scosso la comunità di Alba.










Lascia un commento