L’intelligenza artificiale apre orizzonti finora inimmaginabili. Se si pensava che si trattasse di un affare riservato alle “elite” dell’informatica, della finanza, delle varie branche dell’ingegneria o semplicemente uno strumento di manipolazione della realtà in uso ai furbi, ci si sbagliava. Rimane un argomento da prendere con le molle, ma si scopre anche l’ampio uso che se ne può fare per il benessere e la sicurezza della comunità.

Un esempio concreto viene in questi giorni dall’azienda Inwit, che dell’intelligenza artificiale ha fatto il suo “core business”. La Inwit – rende noto il sito Abruzzo Speciale – ha messo a punto un progetto antincendio che prevede l’uso di telecamere governate dall’IA da istallare sui tralicci delle telecomunicazioni che, giocoforza, si trovano un po’ ovunque, in particolare negli ambienti extraurbani ricchi di vegetazione. Queste telecamere riescono a individuare un principio di incendio a due chilometri di distanza e sono in grado di distinguere il focolaio dal fumo di un camino. Operano, tra l’altro, anche in condizioni non favorevoli, per esempio, con avverse condizioni meteo. Una volta individuato il pericolo, viene inviata una segnalazione ai Vigili del Fuoco e alla protezione Civile.

Tra le aree scelte per le prime implementazioni c’è anche l’Abruzzo teramano, in particolare la zona dei calanchi di Atri. Il progetto è nato con la collaborazione del WWF e Legambiente. Con quest’ultima, l’azienda opera già in Piemonte con un piano analogo.


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