Scoppia la bolla autovelox in tutta Italia, dalle Alpi alle Madonie. Tutto nasce dall’inchiesta nata a Cosenza ma estesa in tutta la penisola, dove in seguito ad alcuni ricorsi si è accertato che gli autovelox, in questo caso di una specifica azienda, non erano utilizzabili perchè non omologati. Ed è proprio in seguito ai fatti di Cosenza che la guerra ai “bancomat” dei comuni ha ripreso vigore in tutta la penisola. L’ultimo sequestro a Cerignola pochi giorni fa, dove la magistratura ne ha fermati quattro. L’avvocato Fabio Capraro di Treviso, che da anni porta avanti una battaglia tutta sua contro gli autovelox illegali, intervistato da Rete 4 ha ribadito quanto ha sempre sostenuto:” Non ne esistono di legali – ha raccontato – mancano tutti dei decreti attuativi. Mi rincresce – ha aggiunto – che alcuni Comuni hanno deciso di proseguire sulla strada dell’illegalità pur sapendo di esserci dentro”. Molti altri, invece, li hanno “parcheggiati” in attesa di sviluppi. Sarebbero infatti circa 210mila i verbali ancora contestabili, senza contare le eventuali richieste di risarcimento da parte di chi ritiene che abbia subito dei danni in seguito ai verbali ricevuti. Cause milionarie che potrebbero mettere in ginocchio più di un Comune. In Abruzzo e in provincia di Teramo, ancora nulla si muove ma non è escluso che sulla scia di quanto sta accadendo altrove nuovi “Fleximan”, questa volta però armati solo di carta bollata, possano farsi avanti.
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